La condanna ex art. 96, comma 3, c.p.c. e i suoi presupposti applicativi
Corte di cassazione, Sez. III, 30 settembre 2021, n. 26545
Procedimento civile - Responsabilità delle parti - Condanna del soccombente al pagamento di somma equitativamente determinata - Presupposti
La condanna ex art. 96, comma 3, c.p.c. deve giungere all'esito di un accertamento che il giudicante è chiamato a compiere caso per caso, anche tenendo conto della fase in cui si trova il giudizio e del comportamento complessivo della parte soccombente, onde verificare se essa abbia esercitato le sue prerogative processuali in modo abusivo, cioè senza tener conto degli interessi confliggenti in gioco, sacrificandoli ingiustificatamente o sproporzionatamente in relazione all'utilità effettivamente conseguibile. Detto abuso del processo non richiede che il giudice indaghi, nel senso che normalmente si attribuisce a tale espressione, la eventuale riprovevolezza del comportamento del soggetto agente, ma non lo esonera dalla necessità di ricavare detta riprovevolezza in termini oggettivi dagli atti del processo perchè la colpa o il dolo rilevanti sono quelli che manifestano proprio attraverso il compimento dei suddetti atti processuali o attraverso l'adozione di certe condotte processuali e non sono percepibili separatamente da essi.
Normativa di riferimento
Art. 96 c.p.c.